Il sex robot è l’”incarnazione”, se così si può dire, della politica maschilista di riduzione della donna a «oggetto finale di piacere» ? Su questa tesi di Kathleen Richardson la conversazione a tavola si è fatta vivace.
Che differenza c’è tra l’uso di un sex toy, come un vibratore, e del sex robot? Sono poi, in fondo, solo giocattoli erotici.
Non c’è forse, nel nostro comune immaginario, il permanere di una condanna morale dell’erotismo, nella sua pratica solipsistica? Per lo meno, là dove si voglia immaginare che il sex toy o il sex robot sia sostitutivo della presenza dell’altro, di un partner sessuale. Ma è poi davvero così?
(2, continua)