Una proposta di metodo per creare culture di resistenza e fare comunità

Un “linguaggio nuovo” può anticipare una nuova modalità di convivenza? Un linguaggio aperto al cambiamento, dunque. Se la convivenza umana nel e con la natura non umana è già sempre in uno stato di costante cambiamento, come potrebbe il linguaggio anticipare il movimento verso un “mondo che vogliamo”, liberato da una dinamica di rapporti di dominazione?

La proposta di metodo di Federico Venturini è un approccio pratico al cambiamento – Discover/Scoprire (informare), Engage/Coinvolgere (avere a che fare), Transformer/Trasformare – in grado di promuovere, in una spirale crescente, una comunità – anche piccola, impegnata in esperienze di natura sociale, culturale o economica – a comunità di apprendimento nel corso della sua stessa pratica.

In questa prospettiva, la comunità – ad esempio, già a livello di quartiere – è al centro di una progettualità politica. Al tempo stesso, è una progettualità politica che ridefinisce i confini dell’esperienza individuale: un invito all’individuo a “fare comunità”. «È un appello duplice: la comunità nuovamente al centro per un futuro, una possibilità o un certo ruolo per un soggetto di cambiamento e contemporaneamente anche un invito a noi come singoli di metterci in gioco per la comunità».

Per creare culture di resistenza, e un mondo possibile, da qualche parte bisogna cominciare. A scala più piccola, passo dopo passo. Diversamente, non abbiamo alternativa.

(4, continua)

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