Un’identità rivoluzionaria ma per quale “soggetto di cambiamento”?

Una società diversa è possibile? Ma per “rompere” con l’esistente – con la condizione antagonista e contradditoria della società attuale, dove la generale socializzazione del processo di produzione della ricchezza è segnato da diseguaglianze crescenti e finalizzato a una smisurata appropriazione da parte di pochi – di quale immaginazione c’è bisogno? Esiste, oggi, un “soggetto rivoluzionario”, portatore di una tale istanza critica, di una possibilità di cambiamento dentro il sistema di dominazione, per lo più fortemente interiorizzato, del modo di produzione capitalistico?

Come si costruisce un “soggetto di cambiamento”? L’identità di un soggetto collettivo è già sempre situata all’interno di una storia naturale e una storia sociale in un processo di dipendenza reciproco: è possibile attingere da questa storia evolutiva modelli di comportamento – di competizione, cooperazione, mutualità – per un’etica emancipativa utile alla costruzione di una società ecologica o una ecologia sociale (“naturalismo dialettico” di Murray Bookchin)? Quale ruolo vi gioca il principio dell’universalismo illuminista – la cui affermazione coincide per altro con la formazione stessa del modo di produzione capitalistico? Questa eredità è una condizione imprescindibile per istituire una “identità aperta”, una “soggettività rivoluzionaria”, aperta cioè alla “contaminazione” culturale, alla trasformazione che dà origine a qualcosa di qualitativamente nuovo nella convivenza?

Per Federico Venturini, una forma “rivoluzionaria” di soggettività non è definibile in base a formule prestabilite desumibili dal passato storico di una collettività – la sua identità etnica, culturale –, poiché tutto ciò che è parte di una storia naturale e di una storia sociale è già sempre in uno stato di costante cambiamento. Quel che è certo, invece, è che la critica dell’esistente, nel momento in cui è tale, è una forma di conoscenza che è anche forza storica reale di trasformazione. E il mondo attuale non manca di esempi.

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