Appendice – L’arte come «incastro» tra due o più immaginazioni
«Incastri» di Francesca Iannaccone, una azione performativa, offerta “in pasto” alla convivialità della tavola. Che, alla fine della cena, si è trasformata in una riflessione sulla funzione stessa dell’arte.
L’arte può essere un gioco, un dialogo tra due o più immaginazioni. Un’incastro, uno scambio alla pari, tra persone che si muovono in spazi diversi di realtà e si nutrono di sensibilità diverse.
Che cosa ci ha permesso di giocare, di fare insieme? La creatività individuale che si compie in sé stessa, chiusa? O non invece la sensibilità, l’interesse negli altri e per gli altri, la cui immaginazione può combinarsi con la propria e, così, dare vita a nuove possibilità?
Di quale musa dunque abbiamo bisogno per generare una nuova idea, una nuova immaginazione? Se è vero, come dice Claudio, che l’opera d’arte è come un figlio, una creatura indipendente, allora è anche vero che per far nascere un figlio occorrono almeno due genitori.
(5, fine)