Come l’Homo sapiens se la cava, oggi, con il desiderio erotico? Che ne è dell’amore-passione in un contesto sociale, il nostro, di «sessualità diffusa»?
Dall’età neolitica, il problema sembra essere la “difficoltà” (è un eufemismo) di tenere assieme il libero esercizio della sessualità e l’ordine sociale e culturale di qualsiasi formazione storica della civiltà. E ciò, perché la questione della sessualità umana ruota attorno alla dinamica del desiderio, che lega le pulsioni corporee – cui in psicoanalisi con Freud ci si riferisce con il termine «Trieb» – alla loro espressione linguistica, culturale; ha a che fare con quella dinamica immaginativa, la «fantasia», che lega la nostra percezione, la nostra esperienza sensibile, all’universo simbolico, discorsivo – unpassaggio attraverso cui prende forma la nostra esperienza del mondo.
Nella passione amorosa, dunque, è dell’«immagine» dell’altro che ci si innamora? Del bisogno, cioè, di dare corpo, visibilità al desiderio erotico, la cui caratteristica è la sua stessa autoreferenzialità, e che quindi ha poco a che fare davvero con l’altro?
Oggi, allora, la relazione amorosa non può procedere che da questo disincanto? Il che però richiede forse quella ristrutturazione della sfera intima, che Anthony Giddens definisce «relazione pura», basata sulla parità sessuale e affettiva, in una costante «negoziazione» del desiderio erotico che il legame soddisfa, di un «farsi del bene» da parte di eguali, nel contesto della loro vita quotidiana.
Un tale legame di intimità è capace di avere un impatto “liberatorio” anche sul sistema sociale?
«Io credo che la realizzazione dell’uomo sia possibile e che il suo fine storico sia quello di realizzare la comunità umana.» (Angela Volpini)
Un essere di possibilità è, nella visione mistica di Angela Volpini, l’essere umano. Una fede, questa, nell’umanità la cui comprensione è la vera priorità per la storia umana, oggi. Un messaggio liberatorio.
Un messaggio da ascoltare nelle parole di Angela.
Un invito a esplorare più in profondità lo scarto tra la “realtà” e il desiderio, entro cui si compie il processo del nostro «farci» umani.
(1, continua)