Per finire. Il tema del viaggio del tempo – un’elaborazione intellettuale sull’organizzazione dell’universo osservabile – è un punto di incontro, una linea di intersezione tra i processi della natura inanimata e quelli della natura umana.
Il viaggio del tempo (nel passato) ci costringe a vincolare il senso della nostra azione all’impossibilità di «fare altrimenti», e ciò nell’ipotesi di un’unica linea temporale, che, in definitiva, è quella della sola e unica nostra vita. La cosa non è poi così malvagia come sembra. Anzi, ci si guadagna qualcosa.
Il viaggio indietro nel tempo che cosa ci mette in grado di osservare di noi esseri umani? Anzitutto, che il nostro essere è in costante movimento, non un essere che permane immobile lungo un flusso temporale, di un presente che scorre tra un passato e un futuro; ma un essere che si sviluppa, che si costruisce secondo «l‘ordine immanente della continua successione entro la quale, volta a volta [nel qui e ora], una forma posteriore deriva senza soluzione di continuità dalla precedente, la giovinezza dall’infanzia, l’età adulta dalla giovinezza». Insomma che «l’uomo “è” un processo». (Norbert Elias, Che cos’è la sociologia?) E di cui occorre forse ricordare che ha una fine.
E ciò, se ci importa quel che ci dice la scienza fisica. Che cioè le relazioni temporali, del «prima» e del «dopo», sono più fondamentali della relazione illusoria del passaggio del tempo, tra un passato, un presente e un futuro.
E poi, perché però la teoria scientifica ha ancora bisogno di partire, nella sua osservazione, dal concetto tradizionale di «individuo», cui è più facile attribuire quel «senso» di libertà senza condizioni, senza vincoli, che ne fa un individuo isolato, chiuso in se stesso, quasi onnipotente, indipendente dalla contingenza dei suoi legami sociali? È una nozione di cui è forse meglio imparare a fare a meno.
Resta ancora una domanda: quali sono allora le caratteristiche specifiche della nostra «natura» – il come siamo fatti – che rendono possibile la storia? Che rendono possibile il cambiamento e, in particolare, la creazione di nuovi legami sociali?
(6, fine)