È andato in tavola il cervello. Non inteso come frattaglia – al riguardo, c’era un ottimo paté di fegato di vitello spalmato su crostini – ma come organo dei nostri processi cognitivi ed emozionali. È lì che la percezione del valore delle cose, che interessa i nostri bisogni, prende forma.
La scienza del marketing, attraverso la schiera dei suoi tecnici, pare che, al riguardo, ne sappia di più di noi stessi.
È, oggi, il neuromarketing a colonizzare il nostro cervello nella ricerca di una maggiore soddisfazione della nostra vita? Soddisfazione reale o immaginaria?
(1, continua)