La realtà virtuale è l’inazione di un corpo recluso nel puro spazio dell’immaginario? Oppure, è la “realtà aumentata“ dell’interazione dell’uomo con la realtà stessa?
La virtualità ci obbliga a estendere il concetto di «immaginario», il potere di «invenzione», alla più ampia concezione che l’uomo ha di sé stesso e del mondo. L’invenzione si espande all’intero campo della vita mentale e dell’azione, si svela come capacità di interagire con e nel mondo.
L’invenzione è il nostro potere creativo di ridefinire la realtà, il contesto che è parte della nostra esperienza (tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande) – ed è anche la realtà che la nostra esperienza costruisce.
Ma, forse, la virtualità del corpo ci dice anche che siamo in attesa di un vero Internet, di una vera interazione in grado di soddisfare il bisogno e il desiderio di autorealizzazione.
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