È cambiato un mondo, ed è la cultura dell’Occidente, il suo processo di secolarizzazione, a fornire la cifra del cambiamento: la scomparsa della differenza cristiana. Per Enzo Bianchi, a essere a rischio è la permanenza del riferimento alla “resurrezione,” esperienza di una trascendenza che si dà nel corpo di Cristo.
Che ne è del messaggio evangelico – della specificità cristiana – nella società secolare del “consumatore sovrano”? Al di là di reazioni tradizionaliste, in cui la sua presenza si conserva sotto forma di ritualità liturgica, la tradizione storica del Cristianesimo è destinata a sopravvivere solo più come eredità culturale?
Sembra però indubbia la sua funzione storica. Di continuare cioè ad alimentare interrogativi sulla possibilità di una «grammatica umana» come criterio regolatore della convivenza sociale.
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