Quale soluzione alla transizione ecologica? La crisi socio-ecologica è un sintomo dell’epoca geologica attuale la cui descrizione è contenuta nel termine di Antropocene*. Ma qual è la diagnosi, l’indagine sulle radici, sulle origini della crisi?
La responsabilità è da imputare a una «bulimia predatoria» connaturata a un’astratta essenza della specie umana? O è invece il risultato del processo storico del sistema di produzione capitalista fin dalle sue origini occidentali (XVI secolo), e del suo modello di sviluppo socio-economico? E perciò si tratta, in maniera più appropriata, di parlare di Capitalocene.
Difficile in ogni caso sbarazzarci di quella formidabile “macchina dei desideri” che è il sistema di produzione del capitale, che modella la nostra soggettività, la nostra propensione ad un consumo senza limiti delle risorse naturali, e giustifica la crescente diseguaglianza sociale nel loro godimento.
Dalla risposta a quale natura di cause addebitare l’attuale crisi ecologica dipende il tipo di cambiamento (per una politica dall’alto o dal basso, per un’azione individuale o collettiva e per l’educazione) da realizzare per la stessa sopravvivenza umana – che, se pur necessario, non è detto che sia ancora possibile.
* Antropocene, epoca geologia attuale, in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana, con particolare riferimento all’emissione di gas climalteranti in atmosfera. Il termine stato coniato dal premio Nobel per la chimica atmosferica Paul J. Crutzen (2000).
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