Cosa significa che un artefatto tecnologico incorpora, fin dalla sua stessa progettazione, valori umani? Per rispondere a questa domanda, occorre guardare “oltre” le tre grandi narrazioni che dominano la nostra comprensione della tecnologia.
La visione dell’artefatto tecnologico secondo cui la tecnologia (1) è neutrale rispetto allo scopo per cui la si progetta (strumentalismo) o (2) è una forza che determina la società, in forza appunto di una interna logica evolutiva dell’innovazione, indipendente dal controllo della società (determinismo tecnologico), o ancora, viceversa, (3) è interamente dipendente dal controllo della società, al punto da essere “ininfluente” sul comportamento umano (costruttivismo sociale); tutte queste visioni “strumentali” della tecnologia trascurano, per Steven Umbrello, la dimensione sociale dell’artefatto tecnologico.
Ciò che si trascura è l’impatto sociale delle innovazioni, che, per quanto difficile da prevedere, non riguarda solo il presente ma anche le generazioni future. Un approccio all’innovazione in grado di tenere in conto che «la tecnologia e la società sono strettamente intrecciate e l’una dipende dall’altra» guarda alla tecnologia come vettore essenziale di valori umani, che ha il potere di vincolare il futuro della società.
L’attenzione riflessiva su questa interattività (o interdipendenza) è alla base di una progettazione (design) responsabile per la quale i valori – proprietà umane significative – possono prendere forma ed essere espressamente incorporati in artefatti tecnologici.
(1, continua)