Anche per la formazione teatrale è difficile sottrarsi alla dinamica, dominante nella società di oggi, della performance individualista – che per un attore o un’attrice significa la ricerca di un’affermazione basata sulla spietata competizione dell’audizione, del provino.
Un’alternativa è possibile. Ne è un modello PEM*, una compagnia di teatro che si fa impresa sociale, in base al principio che “l’unione fa la forza”. È un “mettersi insieme” in direzione della cooperazione, di una regolazione della vita di teatro aperta, che fa della costruzione «di uno spazio accessibile alle persone, partecipativo e inclusivo, che nutre la comunità e la società di cui è parte» la ragione della sua estetica.
* PEM prende nome da un calembour a tema medico. In Neurologia, eseguire i “potenziali evocati” significa svolgere un esame diagnostico per risalire alla qualità del feedback cerebrale ad uno stimolo esterno, misurando la velocità della risposta elettrica ad un impulso generato nella periferia del corpo.
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