Historia magistra vitae: cosa ci insegna la storia?

Forse la storia o, meglio, quella «durata» della realtà sociale, “cioè quel tempo molteplice e contradditorio della vita degli uomini, che non è soltanto sostanza del passato, ma trama della vita sociale in atto” (Fernand Braudel), mal si concilia con l’urgenza di cambiare il mondo. Ma oggi alla varietà del tempo sociale, “quell’intima e reiterata relazione” tra l’istante dell’evento e la lentezza dei processi di trasformazione, occorre aggiungere la consapevolezza di una temporalità geologica – l’Antropocene – che per la sua accelerazione da sfondo si fa figura sconvolgente della realtà sociale, e obbliga a ragionare sul tempo del cambiamento nella sua urgenza, e al presente.

Intanto, per Elena Forno bisogna ritornare sui libri di storia, a studiare la storia dei movimenti, portatori di cambiamento e di innovazione istituzionale. E, in particolare, il movimento della Resistenza, perché ha dato vita a un progetto di convivenza sociale, ancora da portare a compimento, quello della democrazia come partecipazione attiva, a tutti i livelli della vita sociale. E se qualcosa ci insegna la Storia, è proprio quel senso di responsabilità profonda che è la cittadinanza attiva – la responsabilità di un “fare storia”.

Il tema della rivoluzione rimane quindi attuale. Ma quale rivoluzione è possibile? Quale «il motore che dà la spinta a tutti i cambiamenti»? Una sua possibile metafora ce la consegna alla fine del libro lo street artist Giacomo Bisotto (Gec Art), nella sua interpretazione della mappa della Underground Railroads*: il disegno di un cuore, forse una metafora un po’ romantica.

* Underground Railroads, Ferrovia Sotterranea, era una rete informale di itinerari segreti e luoghi sicuri utilizzati dal XIX secolo dagli schiavi afroamericani negli Stati Uniti d’America, per fuggire negli “Stati liberi” e in Canada con l’aiuto degli abolizionisti, solidali con la loro causa. Altri percorsi conducevano in Messico o addirittura oltreoceano. Il termine veniva applicato anche agli abolizionisti che aiutavano i fuggitivi (da Wikipedia).

(6, fine)

Video appartenente alla cena: