Approccio agro-ecologico alla politica e il tema dell’intermediazione

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Non c’è più tempo. Le sfide sociali sono di una tale drammaticità, da far sentire ancor più l’urgenza di un’azione politica che manca. In assenza di iniziativa politica e in un contesto di scarsità di risorse, Filippo Barbera propone un approccio agro-ecologico alla politica: ripristinare i ricostituenti fondamentali del “terreno di cultura” dell’agire collettivo, distrutto da decenni di politica neoliberale.

Ci sono esempi che già vanno nella direzione di un’apertura cosmopolita di aree interne locali, di rioccupazione degli spazi pubblici della vita quotidiana e ancora di re-intermediazione della politica. E anche, nella ripresa della formula dell’auto-organizzazione sociale, come possibile via di uscita, in una prospettiva di futuro diverso.

Il fenomeno dell’auto-organizzazione si trova ad affrontare, secondo Filippo Barbera, il problema della rappresentanza, dell’intermediazione politica. O, meglio, il problema di come un fermento sociale di auto-organizzazione possa essere in grado esercitare un’influenza, diretta o indiretta, sulla politica istituzionale.

Problema non è di facile soluzione. Perché appunto la sordità della politica è oggi l’esito di un processo in cui «i partiti sono diventati dei gruppi di potere dentro le maglie dello Stato», la cui riproduzione non si realizza più attraverso la tradizionale “nicchia ecologia” del consenso sociale, ma attraverso la “nicchia ecologica” dello Stato, la cui prassi è rispondere a gruppi di potere. Rispondere a chi ha più voce, di tipo simbolico o materiale, invece che a interessi sociali, a interessi collettivi.

(2, continua)

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