Una domanda, questa, che richiama alla memoria L’idiota di Fëdor Dostoevskij. Ma se fosse solo il pretesto di chi vuole – o crede di poter – cercare altre risposte da quelle del romanziere russo, o almeno da quelle più comunemente ritenute evidenti o attendibili? In poche parole, non si vuole parlare qui né degli aspetti salvifici legati all’esperienza religiosa né di quelli legati all’estetica o alla idealizzazione della bellezza stessa come atto puramente contemplativo e in qualche modo esterno al sé, come se fosse “una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare.” E nemmeno si vuole parlare della sofferenza dei (di alcuni) romantici (Lord Byron, Manfred) per i quali:
“Sapere è patire. Sventura
è la scienza. Coloro che più sanno
più amaramente devono
piangere il vero fato:
l’albero della scienza non fu mai
l’albero della vita”.
A quale bellezza si vuole alludere allora qui? A quella dell’esperienza impetuosa, drammatica, eroica del piacere che “necessariamente” prova chi conosce o “chi desidera conoscere” (secondo l’etimo greco è il μαθηματικός, mathematikós), e indaga per trovare risposte che diano senso e ampiezza alle necessarie azioni di trasformazione della vita e del mondo; o, ancora, di chi provoca il mondo stesso, perfino infrangendone le leggi, come fecero Adamo, Prometeo (che a Leopardi non piaceva) e Ulisse.
Insieme a Roberto Imperiale* proveremo a capire come l’operazione di svelamento della “natura” di questo sasso che vaga senza meta nello spazio e il tentativo di “riempire il vuoto che viene dalle stelle”, e che è la stessa cosa di ciò che si pone davanti come un ostacolo (o in vacuum, da colmare a sua volta e che secondo l’etimo, ancora greco, è il “problema”), si manifestano nella creazione di quei mille e mille linguaggi che garantiscano la messinscena dell’unica intelligenza che abbiamo e dell’infinita, di per sé necessaria e inconsapevole, bellezza del mondo, da serbare secondo l’antico patto.
Cosa sappiamo dire di fronte alle 7 immagini della copertina?
* Roberto Imperiale, laureato in matematica, si è occupato di educazione insegnando nel mondo della scuola e continua a occuparmi di scuola e formazione, fra le altre cose come socio fondatore del GRiMeD (Gruppo di Ricerca Matematica e Difficoltà), come direttore di corsi di formazione per insegnanti e come docente a contratto dell’Università di Torino.