Molte sono le immagini di silenzio. Da esplorare.
Su una iniziale, come assenza di parola, è possibile cominciare a riflettere.
La mancanza della parola è davvero solo una perdita di senso che nutre la nostra vita?
A volte, di certo, è una buona via di fuga dal rumore della modernità.
E anche «una sosta sul mondo», una tregua nella nostra esistenza, per sentirne una presenza più viva.
E, come dice David Le Breton: «È una forma di raccoglimento che permette di lasciar fluttuare i significati intorno per cogliere altri livelli di realtà liberi dai vincoli di senso entro i quali siamo costantemente imbrigliati. Si tratta di trovare quello stato d’infanzia smarrito, di spogliarsi temporaneamente dai vincoli dell’identità e dalla necessità di rispondere sempre di sé». (da Sovranità del silenzio, 2016)
Forse questo è il suono del silenzio. O, almeno, uno possibile.
(1, continua)