C’è in atto un conflitto. Farsi carico dell’intreccio che lega la nostra vita a quella degli altri, della interdipendenza del mondo, significa guardare in faccia allo scontro che è in atto. Il risultato di questa contesa è il tempo sottratto alla realizzazione di sé, il tempo sfuggito alla costruzione delle relazioni molteplici della nostra vita, il tempo rubato alla creatività individuale e collettiva.
E, questo, lo si sa bene per cosa accade. Per la necessità di guadagnarsi da vivere, per il dispendio di un tempo di lavoro che sempre più è reso povero. Ma per quanto tutto ciò sarà ancora sopportabile?
Questa, alla fine, la riflessione che è emersa dalla tessitura del gioco in cui Gigi Piana ci ha coinvolto a tavola.
(3, fine)