Qual è il potere – l’influenza – che la società esercita sulla nostra vita? Fino a che punto è possibile stabilire da sé stessi cosa vale la pena vivere, come orientare la nostra vita e definire il nostro posto nel mondo? Insomma, da che dipende la costruzione di sé?
In un gioco di influenza reciproca, di oggettivazione e assoggettamento, come è possibile per l’individuo esercitare il potere di creare cambiamento? Soprattutto, se la società così com’è, non va bene.
Queste le domande proposte, quasi a inizio cena, da Dario Consoli.
(2, continua)