Secondo passo, L’ossessione identitaria (2010), dove si dà spazio a David Hume, filosofo scozzese del ‘700, perché le analisi e le sue argomentazioni, nel Trattato sulla natura umana, sull’identità personale, secondo Francesco Remotti, sono ancora oggi utilizzabili per cominciare a fare a meno del concetto di identità.
Ma perché facciamo ricorso in maniera così massiccia al concetto di identità?
Per David Hume l’identità è una finzione, dunque un errore, ma è un errore inevitabile, di cui non possiamo fare a meno. E ciò perché è una convenzione sociale necessaria. L’idea dell’identità è infatti “funzionale” all’orientamento della nostra vita personale, così come all’ordine sociale.
(2, continua)