Una cena speciale di C O N D I R S I. Un esperimento mentale, di immaginazione sociale.
Perché non provare a verificare la fattibilità – a partire da noi – di un evento culturale pubblico sul tema della convivialità?
Un’idea grezza, di avvio: all’interno di spazi coerenti, dove cioè già si promuove condivisione e/o si esercita una pratica collaborativa, realizzare l’intervento di giovani artisti sul tema (emerso nelle ultime cene) della «cura del fare», di un fare creativo da «liberare» come espressione di un libero sviluppo dell’individualità, di ognuno e di tutti.
È un invito a riflettere, ognuno a partire dalla sua esperienza, dalla sua storia, sul tema della «cura del fare» – espressione di legame emozionale, di orientamento sociale – per programmare un evento conviviale pubblico. E dove il riconoscereuna comune socialità diviene, perché aperto alla ricca interazione con l’altro, gli altri, coerenza progettuale, criterio per la costruzione a rete di un fare e di un conoscere, che si realizzano nell’atto stesso di imparare a costruire questo stesso intreccio.
L’etimologia di condire è «avere cura per conservare» (Giovanni Semerano), e la condivisione del cibo è lì a ricordarci questa comune necessità.
Ad aiutarci a riflettere sulla promozione della cultura della convivialità a evento pubblico, ci saranno Fabio Guida e Andrea Vecera. A loro il compito di aiutarci a focalizzare i concetti-chiave del progetto.
1. La domanda sui legami sociali
La domanda è: Siamo stati o siamo capaci di inventare nuovi legami sociali, improntati a una maggiore soddisfazione e a più appropriata comprensione di come va il mondo? E, magari di come starci se, così com’è, non ci va bene?
La convivialità è l’espressione di una cura per i legami sociali. Si può andare oltre? Uscire dal tavolo? È possibile esprimere creatività nella pratica delle relazioni sociali? E la pratica artistica può aggiungere qualcosa alla riflessione sulla trama quotidiana dei nostri legami sociali? E, viceversa, aprirsi a spazi di convivialità?
(1, continua)
2. Bisogno di creatività, tra realtà e mondi possibili – I parte
Alcuni criteri per progettare…
(2, continua)
3. Bisogno di creatività, tra realtà e mondi possibili – II parte
Altri criteri ancora per progettare…
(3, continua)
4. Bisogno di creatività, tra realtà e mondi possibili – III parte
Un tempo di trasformazioni, il presente.
E tuttavia non sembra così facile progettare la qualità sociale della nostra esistenza entro il processo che crea le condizioni di esistenza in cui come individui entriamo in contatto, entro cioè il processo che costituisce la nostra stessa vita sociale.
È forse necessario un supplemento di creatività – dal disegnare sistemi immateriali all’immaginare mondi possibili.
(4, continua)
5. Esperienze di trasformazione
È possibile pensare, trovare le parole per dire, per comunicare, per raccontare e così dare corpo a quell’immaginario sociale che manca alle nostre vite individuali?
Immaginare qualcosa che ancora non esiste, o solo comincia a esistere, non è facile. Forse, nell’esercizio di un conversare libero e aperto è possibile averne un riconoscimento.
Così, durante la cena abbiamo dato vita a un esercizio di confronto, tra esperienze differenti, su ciò che è stato «sperimentare» un cambiamento delle relazioni sociali, a tal punto da divenire una «messa in gioco», un processo di trasformazione della nostra esperienza di noi stessi.
(5, fine)