Vorremmo provare a definire cosa vuol dire sentirsi fragili: cosa si prova, come si esprime questa sensazione e come la si affronta nella vita quotidiana?
Quanto per l’individuo la fragilità può essere un punto debole o quanto, invece, nel farsene carico, può divenire un punto di forza, un punto di partenza per una nuova consapevolezza di sé?
Il tema della fragilità è forse l’indice di una profonda revisione nel nostro modo di pensare, di sentire, di dare valore alle cose; una nuova concezione del mondo ed un nuovo modo di stare al mondo.
La discussione verrà sorretta dalla presenza dello psicologo di formazione junghiana Giancarlo Caselli, il nostro esperto della serata.
1. In un tempo così provvisorio…
La fragilità come esperienza è qualcosa di personale e privato: nel momento finale della nostra vita – l’evento della morte, un’esperienza di «rottura» definitiva – coincide con la comprensione della vulnerabilità della nostra condizione umana di esseri viventi.
Ma «nel mezzo», lungo il percorso stesso della nostra esistenza, cosa succede? Uno spunto ce lo fornisce il testo L’impotenza di Giorgio Gaber. Dove si gioca il senso o il non senso della nostra vita?
Giancarlo Caselli ci propone un’esplorazione psicologica della fragilità come esperienza individuale.
(1, continua)
2. Fragilità, da «frangere»
L’esperienza della fragilità, da «frangere», rompere, come esperienza psicologica di rottura della propria struttura di personalità – è un evento in difficile equilibrio, tra flessibilità e rigidità, nell’adattamento alla realtà del vivere. E che ci coglie di sorpresa, quando e se ci succede, lungo il percorso della nostra vita.
Giancarlo Caselli ce ne offre una definizione.
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3. Scegliere un percorso di Sé?
La vita è un percorso per raggiungere il proprio Sé? Così, almeno, secondo Carl Gustav Jung (principio di individuazione). Un Sé più autentico, che consiste nel suo stesso divenire, nel suo farsi, e che anzi coincide con il «fare» stesso dell’individuo.
Un Sé, quindi, come percorso che si costituisce come distinto dall’ambiente attraverso la sua proprietà dinamica di reagire alle circostanze della vita stessa. Ma fino a che punto è l’espressione di una libertà di scelta?
(3, continua)
4. L’epoca delle passioni ansiose
Qual è l’esperienza della fragilità indotta dalla velocità stessa dei processi di cambiamento della società globale.
In epoca di crisi, la precarietà delle diverse identità che l’individuo si trova ad assumere nella sua vita di relazione, nei suoi legami sociali, ci pone una domanda: cosa può voler ancora dire vivere una «vita giusta»?
La risposta d’ansia a questa domanda è forse esito prevalente, e più probabile.
(4, fine)