La bioetica può contribuire a costruire un mondo migliore?
Una premessa. Quale “ordine” introduce l’esperienza “estetica” del mondo digitale, nel suo obiettivo di “profilazione”, rispetto a quella “caotica” che vige nell’esperienza del mondo “naturale”?
La prima storia esprime l’interesse di prendere una posizione politica riguardo alle nuove tecnologie.
«Un racconto ha sempre l’intenzionalità di incidere negli altri che ascoltano», «di comunicare qualcosa che però viene da un interesse», da una serie di presupposti assiologici, una presa di posizione, anche ideologica, a partire dalla quale guardare al mondo.
La prima storia si apre su una domanda: È possibile essere sempre d’accordo su tutto? Una domanda terribile.
Una domanda che per José Manuel Silvero è rilevante per la bioetica, e riguarda il tema della “deliberazione”. Perché, nel comprendere da dove viene questa necessità – che è una «finzione» – di essere sempre d’accordo, è possibile ricavare una lezione sulla nostra condizione umana, e sul nostro sistema educativo.
E, alla fine, la profilazione, che le nuove tecnologica digitali perseguono, potrà apparire come un’impresa di Procuste.
(1, continua)