«L’ontologia digitale, del calculus, cioè della pietra, è l’ontologia delle pietre» (Gaetano Chiurazzi)
E non basta, o non vale, per la comprensione della vita. L’analogico è più fondamentale del digitale. È qualcosa di più radicale, di più costitutivo della realtà. È l’emergere della nostra condizione di interdipendenza: la relazionale contestuale – la relazione con altro – è costitutiva della vita e, nell’essere umano, è l’esigenza attiva di mettersi in relazione con il mondo. La priorità della relazione è la priorità dell’analogico sul digitale.
La scoperta delle grandezze incommensurabili è, dunque, centrale per Gaetano Chiurazzi. È la dimostrazione che esiste una cosa che non è esprimibile nei termini del sistema – qui del sistema dei numeri naturali – all’interno del quale quella cosa si è prodotta. Così, la funzione analogica, la capacità di vedere connessioni, è la garanzia di un processo di comprensione del mondo non riducile ai sistemi simbolici (modelli linguistici o numerici), di natura discreta, discontinua, che servono per la sua rappresentazione.
Non solo. Anche il come della relazione viene prima del che cosa, degli elementi che sono in relazione. È la valenza della relazione che definisce la qualità trasformativa che struttura l’esistenza degli elementi. Allora, forse, del nostro stare insieme – del come della nostra convivenza – abbiamo qualche responsabilità.
(6, fine)