Ovvero della difficoltà di guardare al futuro. Almeno, fino a che lo sviluppo della società – qui quella italiana – continua a essere misurata su di un metro già dato.
Per Giovanni Ferrero, l’incapacità di uscire da un’impostazione del Bilancio dello Stato, che si mantiene pressoché inalterata dai tempi della ricostruzione postbellica, è appunto il segno di una scarsa lungimiranza, ormai datata, della politica italiana.
Quella del Bilancio di uno Stato non è una lettura innocente. La lettura dei dati, come la ripartizione quantitativa delle voci di spesa, rivela il «patto costituzionale» su cui si regge il legame sociale, e anche generazionale, che tiene insieme la società. E, a quanto sembra, di quest’ultima, la lettura attuale ne annuncia il declino.
Che fare, allora? «Provare a fare seriamente tutto quello che si riesce a fare».
(7, fine)