Sento, dunque sono, così David Le Breton, antropologo francese, ama parafrasare il “cogito ergo sum” di René Descartes. Dallo strappo cartesiano tra mente e corpo, è duro emanciparsi, anche nel nostro parlare quotidiano, di noi Occidentali. Ma che cos’è un corpo? E un corpo che sperimenta il mondo?
C’è bisogno, per Aurora Lo Bue, di imparare a pensare la pratica corporea. È lo che si può fare, a partire dalla pratica della danza. Un corpo che danza è una pratica sovversiva di riappropriazione dell’integrità corporea, di un corpo più spesso trascurato, offeso, declassato rispetto al pensiero, sezionato se malato, addomesticato o recluso se fuori norma.
Il corpo è sempre, ed è sempre in gioco.
(1, continua)