Qual è il primo luogo, il primo spazioche impariamo a vivere?
L’utero è questo ambiente. È la prima sfera intima, la prima bolla, quella della costruzione corporea di sé, un’esperienza partecipata e partecipativa nel contatto con l’altro. E come tale, di conseguenza, è il modello di base dell’esperienza di sé.
Che ne è di questa esperienza di sé in età adulta? E nella consapevolezza del nostro stare al mondo? Come la scoperta della spazialità del nostro vivere può cambiare la comprensione dell’esperienza di sé?
La formazione dell’esperienza di sé èuna vicenda che attraversa la spazialità, la dimensione fisica e simbolica dello spazio che generiamoe che ci genera, entro cui impariamo vivere, e a sopravvivere. È la molteplicità degli spazi sociali, più o meno estesi, e a dimensione globale. Ma è anche quella di uno spazio reso saturo dall’interdipendenza comunicativa e digitale, in cui la solitudine di ognuno coesiste in una prossimità senza esito con quella degli altri, dei molti.
Al riguardo, Dario Consoli ci ha offerto alcune metafore pertinenti. Immagini-concetti elaborate da Peter Sloterdijk che ci aiutano a cogliere alcune trasformazioni dell’esperienza di sé, oggi.
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