Che bisogno abbiamo del silenzio?
Il silenzio non è mai una realtà in sé. Si dà all’interno di un rapporto di noi con il mondo, con la natura e con l’altro; e si dà in relazione alla parola – fare silenzio, osservare il silenzio, ridurre al silenzio – relazione che, nei suoi molti modi, dice l’ambivalenza e l’ambiguità dell’esperienza del silenzio.
C’è il silenzio della parola, come assenza dell’altro o come sottrazione all’altro. Ma c’è anche il silenzio come intensificazione della presenza dell’altro.
Il silenzio insegna, sempre. Il suo significato è dato dal modo in cui il silenzio tocca colui che è in ascolto, quando la consistenza del suo esistere riverbera o meno nel silenzio.
Non sempre il silenzio è una sconfitta della parola.
(2, continua)