Conosciamo una vita altra che non sia la vita comune? Ma qual è il nostro modo di stare insieme nella società?
Per Arthur Schopenhauer, a illustrare la nostra condizione di socialità è il dilemma del porcospino: un gioco di oscillazione tra vicinanza e lontananza, fino a un punto di equilibrio, di una “moderata distanza reciproca”.
Al naturale bisogno degli altri, al bisogno di socialità, si oppone l’esperienza individuale delle difficoltà relazionali – le “repellenti qualità reciproche”, “spine” che feriscono e rendono preferibile una necessaria distanza.
Che cambiamento provoca la tecnologia digitale nella nostra socialità? La duplicazione della nostra presenza corporea in una virtuale come va interpretata? Semplice smaterializzazione – per immagine – dell’identità corporea o sua estensione in nuove modalità di comunanza, di presenza sociale? Cos’è che differenzia la vita online da quella offline? Una vita, quest’ultima, che può essere soggetta alla permanenza della sua registrazione, alla sua continuità anche oltre la vita corporea stessa.
(1, continua)