Un libro, come la pasta asciutta. La lettura o la scrittura di un libro genera uno scambio. Un’interazione, e come la pasta asciutta produce un “metabolismo”, un cambiamento. Il cambiamento è inevitabile, a tutti i livelli: biochimico, neuronale, linguistico, psicologico, comportamentale e simbolico.
La lettura o la scrittura non può non lasciare tracce nella nostra vita.
Ma se qualcuno ha un problema di scrittura? Be’, occorre liberarci da un blocco psicologico, compiere il rituale di «uccidere» il nostro giudice interiore, e fare della scrittura una pratica quotidiana.
Una ricetta: cominciare a scrivere dalla «perfetta posizione del cretino», rinunciare al controllo, alla paura di fare brutta figura, e iniziare sé stessi al “divertimento”, a prendere in forza della scrittura un’altra direzione.
(1, continua)