«La traduzione è un pericolo» per una cultura identitaria, totalitaria. E, per Gaetano Chiurazzi, tradurre mette in discussione l’identità della propria cultura, perché è una attività dialogica, di “messa in comunicazione” con altre culture.
Il progetto di una lingua autarchica – la “neolingua” orwelliana – è la sua pretesa di verità, di una totale identificazione di pensiero, cose e parole. La traduzione testimonia l’impossibilità di tale progetto. L’identità culturale è un concetto relazionale, si definisce attraverso la sua differenza, e anche il conflitto. Ma come si supera il conflitto, la confusione babelica, che dalle differenze culturali si genera?
Se la lingua è un modo per definire l’identità di una cultura, la traduzione, che è un entrare nella lingua di altri, è il modo migliore per andare “oltre”, per espandere la propria identità.
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