L’espressione «decrescita» nasce come slogan provocatorio di Serge Latouche agli inizi nel 2002, per denunciare la mistificazione ideologica del concetto di “sviluppo sostenibile”. Per Mauro Bonaiuti, essa si compone di due filoni: il primo, quello della prospettiva politica di un’ecologica radicale, sui limiti eco-sistemici, fisico-biologici del pianeta (Nicholas Georgescu-Roegen); il secondo, sulla critica antropologico-sociale sul fallimento del modello capitalistico della società della crescita (Ivan Illich); e, quindi, le varie anime della decrescita sono il tentativo di tenere insieme una critica economico-sociale e una critica simbolico-culturale della modello capitalistico della crescita.
Nonostante l’accumulo di dati sull’insostenibilità del modello dominante di crescita, le strategie adottate dagli organismi internazionali – basate in prevalenza sull’assunto che nell’innovazione tecnologico-scientifica, promossa da una logica di mercato, come impianto economico della politica ecologica, stia la salvezza del pianeta (vedi Cena n° 97: La metamorfosi della giustizia climatica con Emanuele Leonardi) – non sembrano produrre una reale inversione di tendenza.
Nella prospettiva di una politica ecologica, appare riduttiva la visione di una decrescita come semplice “riduzione” dell’impatto materiale ed energetico sulla biosfera, da mantenere entro i limiti di una compatibilità ecologica con il pianeta. Non resta, vista l’impossibilità di una riforma del sistema economico, che rassegnarsi all’inevitabilità del “implosione” del sistema stesso? O, in alternativa, è possibile perseguire strategie di economia ecologica – dalle forme più istituzionali della politica a quelle più movimentiste ed esperienziali su piccola scala – basate su una lettura trasformativa della realtà, in grado cioè di promuovere una “diffusione molecolare” di condizioni oggettive per la costruzione di una società della decrescita?
(5, continua)
Video appartenente alla cena:
Cena Nº103
Decrescita come reincanto del mondo: convivialità, dono e cura di sé e del pianeta
con Mauro Bonaiuti