La morte è l’irruzione di un silenzio difficile da sostenere, ineludibile. È un silenzio che dice la nostra disposizione a mantenere, tra noi e il mondo, e gli altri, legami di senso.
Il silenzio che conserva, nell’esercizio della parola, la tensione verso un mondo di cui non si detiene già la comprensione, è quello che si apre alla domanda, suscita la ricerca, a comporre il percorso delle nostre vite.
È una qualità del silenzio che mette alla prova. Ed è a rischio di erranza lungo il percorso – come per Parsifal nella sua ricerca del Graal.
(3, continua)