L’esperienza dell’intimità, di cui un corpo è capace, ci interroga. Siamo ancora animali sensuali che vivono con spontaneità il contatto, il toccarsi e l’essere toccati. “Incastri” desiderati, incastri voluti, incastri naturali.
Non viviamo in una società che nega il contatto fisico. Anzi, lo declina in molti modi. Ed è questo “incastro”, questo legame sensuale, le cui espressioni sono molteplici, a farsi domanda di conoscenza: ci spinge a definire chi siamo, appunto, in uno spazio di convivenza.
Il nostro vivere quotidiano si nutre della sensualità nel contatto personale con l’altro. Abbiamo bisogno, per sentire di esistere, dell’altro. Siamo ancora sempre esseri dipendenti dall’amore, dall’intimità.
(4, fine)