Come è possibile fare una scelta estetica che appartenga a una memoria condivisa? È questo la domanda che Silvia Margaria ha posto al centro della tavola. È una scelta che avviene sempre in un contesto, entro un sistema ‘sensibile’ di relazioni sociali con e nella natura, a volte, o forse più spesso, conflittuale; è quindi una scelta che interessa profondamente la natura dialogica della stessa vita umana.
Come dice Michail Bachtin: «Vivere significa partecipare ad un dialogo: interrogare, ascoltare, rispondere, consentire, etc. In questo dialogo, l’uomo partecipa tutto e con tutta la vita: con gli occhi, con le labbra, con le mani, con l’anima, con lo spirito, con tutto il corpo, con gli atti. Egli mette tutto sé stesso nella parola, e questa parola entra nel tessuto dialogico della vita umana, nel simposio universale».
Ma, allora, in presenza di oggetti computazionali, di dispositivi di intelligenza o stupidità digitale, come cambia il ‘dialogo’ estetico, la sensibilità del nostro apprendimento a vivere?
Un interrogativo sollevato a tavola da Oriana Persico e Salvatore Iaconesi.
(3, continua)
Video appartenente alla cena:
Cena Nº68
“Su una remota isola del circolo artico…” – Performance di Silvia Margaria con Oriana Persico e Salvatore Iaconesi
con Oriana Persico, Salvatore Iaconesi, Silvia Margaria