Per uno sguardo sul mondo, non utilitaristico e non strumentale, è forse necessario il recupero di quella credenza in “qualcosa di più grande”, in una trascendenza, che coincide con l’esperienza del sacro (più che non con il religioso) ed è presente in modalità rituali diverse in ogni società – come una costante antropologica, che può essere intesa anche solo come il prodotto dell’inconscio collettivo. Di questa espressione dell’umano, quel che occorre esplorare, per Mauro Bonaiuti, è la dimensione “pratica”, esperienziale, di trasformazione personale. Un’impresa che richiede una certa cautela.
L’offerta attuale di spiritualità, attraverso pratiche – dalle tecniche di meditazione a quelle dello yoga, dalle regole del silenzio all’uso di sostanze psicotrope – appartenenti a tradizioni culturali le più diverse, presenta infatti un duplice problema. Un rischio è quello di riproporre la spiritualità in quella chiave istituzionale cui storicamente è assimilabile la religione, come forma di dipendenza da un’autorità, fonte di dominio e di controllo, di perdita cioè di quell’“autonomia” la cui ricerca invece caratterizza il progetto della decrescita.
C’è poi il crescente fascino per spiritualità alternative. Una ricerca di «salvezza» di tipo individualistico, che attraverso pratiche rituali, sradicate dal contesto culturale cui appartengono, finisce non solo per soddisfare una logica di mercificazione, consumistica, ma per risultare funzionale alla richiesta produttivistica della società della prestazione, nella sola prospettiva di un “potenziamento” soggettivo.
Ma per far fronte a un mondo, sempre più materialistico, che si sta precipitando verso la catastrofe, il recupero di queste ritualità può rappresentare una soluzione? È possibile pensare di salvare sé stessi, salvaguardare l’unità con la natura, con un mondo in cui ognuno è presente come parte di un tutto, senza la formazione di un soggetto politico, senza l’attivazione gratuita della partecipazione collettiva, del mettersi insieme?
(4, continua)
Video appartenente alla cena:
Cena Nº103
Decrescita come reincanto del mondo: convivialità, dono e cura di sé e del pianeta
con Mauro Bonaiuti