Cosa dice un corpo che soffre? Dice la sua presenza, urla il suo bisogno di cura, di legame con l’altro.
Ma in un’economia dello spazio pubblico, dominato dalla tecnica dei media, che disciplina i corpi alla “distanza”, cosa comporta la perdita di legami relazionali, non più basati sulla “prossimità”? È l’affermazione del “corpo isolato”.
Nella perdita del contatto, del piacere del contatto, cosa viene a mancare?
È possibile allora recuperare il valore del corpo? Un riappropriarsi dell’integrità del corpo? Per Aurora Lo Bue, questo recupero ha il valore di un atto politico, il senso un approccio al cambiamento, dove il contatto, l’esperienza del “corpo a corpo”, è ciò che dà al corpo il suo senso, e cioè il suo posto nel mondo.
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