Un progetto di scrittura richiede tecnica. Un saper fare che comporta una ferrea disciplina.
La sua condizione di base è la libertà e l’autonomia espressiva. Per sviluppare questa competenza occorre liberare l’”autore” – trovare la propria voce – da tutto ciò che impedisce l’accesso all’espressione. E poi, e solo dopo, comincia la tecnica.
Rischio di un’inflazione scrittoria, di una produzione immensa di letteratura?
Tutti artisti, tutti scrittori?
Bisogna, allora, accedere alla scrittura solo se si è Shakespeare?
Forse, anche se non si è Shakespeare, «scrivere è meglio!». Ci insegna l’esperienza del limite di sé, dell’«io sono così». L’accesso diretto alla scrittura, all’esercizio di scrittura, prescrive il dovere di migliorare sé stessi. E la cosa è meravigliosa.
(2, continua