L’incastro dei corpi, l’incontro sessuale, perfetto è possibile?
O è la sua impossibilità ad alimentarne il desiderio?
L’incastro è in realtà fluido, mobile, a volte accoglie, altre respinge, sempre in tensione tra il comico e il tragico.
Così, nelle poesie erotiche di Patrizia Valduga.
E dopo la loro lettura, come non chiederci che cos’è un corpo che gode? E nell’incontro/scontro con un altro?
E, ancora, perché a un corpo, per sentire di esistere, tutto intero, è necessario un altro?
O, anche solo, a cosa ci riferiamo quando parliamo di un corpo?
Un corpo, come dice Cristina Iuli, è tale perché da sempre attraversato dalla parola. Siamo già «ritagliati nel mondo», siamo tutti corpi scritti, parlati, ascoltati, percepiti da altri.
(3, continua)