A partire dai risultati delle scienze cognitive, qual è la rappresentazione di sé di cui possiamo disporre? E poi qual è la relazione tra rappresentazione di sé e il «vivere bene» nella convivenza sociale?
Perché facciamo fatica ad ammettere che «noi siamo il nostro corpo»?
Nella stessa esperienza di cui il corpo è capace e, al tempo stesso, nelle modalità con cui ne diamo una rappresentazione (culturale), forse è in gioco qualcosa di più: forse c’è da ravvisare «più uno sconfinamento dello spirito nella carne che un mero divertimento di quest’ultima» (Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano)
(5, fine)