Da Karl Marx, l’idea irrinunciabile che lo stato delle cose – il sistema capitalistico dell’economia – richieda una trasformazione radicale; da Gianni Vattimo, l’idea di moltiplicare «focolai di disordine sociale» per continuare a resistervi. Per evitare la catastrofe. Almeno, per il tempo necessario di prenderne coscienza.
Un invito a non rimanere preda delle «tante volte che abbiamo tentato», dei fallimenti che la memoria storica ci consegna, a dimenticarsene per poter creare storia.
Un invito a mettere in atto forme di resistenza. Anche «standone fuori». Come succede nella convivialità attorno al tavolo di C O N D I R S I, per praticare insieme il «bisogno» di una vita felice condivisa.
(5, fine)