Uscire dalla propria cultura. L’antropologia è questa via di uscita. Un’esperienza dell’”altrove”. Un fare esperienza della diversità e della somiglianza di forme culturali “altre” della nostra comune umanità.
Una scoperta, questa, che, per Adriano Favole, non è un’esperienza esclusiva dell’antropologo.
È un’«esperienza di immersione» culturale, che ci chiama in causa, chiama in causa il nostro stare al mondo. E, perciò, dal metodo di osservazione dell’antropologia c’è molto da imparare.
(1, continua)