La somiglianza è, per Francesco Remotti, a fondamento della convivenza. Somiglianza e convivenza hanno in comune il criterio della relazione che ci fa simili. Una rappresentazione identitaria, come realtà sostanziale e a sé stante, non è in grado di cogliere l’estensione del problema della convivenza, che va dalla convivenza all’interno della persona umana alla convivenza con la natura non umana.
Quali sono allora i presupposti della convivenza umana? La somiglianza e la «politica delle somiglianze» – espressione coniata da Simon Harrison, un antropologo delle popolazioni della Papua Nuova Guinea. La convivenza è un’arte da apprendere, è oggetto di scelte politiche.
Politiche delle somiglianze, che sono urgenti. Perché oggi, nell’età dell’Antropocene, è a rischio, in una sorta di cecità distruttiva, la nostra stessa sopravvivenza.
Ma per riuscire a sviluppare le tecniche della convivenza, e cioè governare e amministrare somiglianze e differenze, e quelle differenze che, risultando incompatibili, mettono in conflitto i gruppi umani, occorre che si apprenda ad «avere il tempo».
(7, continua)