Quale sguardo adottare nell’incontro con l’altro, nella convivenza? La sola ricerca di somiglianze non basta.
È necessario, per Francesco Remotti, promuovere una dinamica di costruzione della convivenza, a più dimensioni, corporea, cognitiva ed affettiva, emotiva e relazionale, materiale e simbolica. È cioè necessaria una «produzione di somiglianze» o, per dirla in altri termini, una produzione dell’umano per mezzo dell’umano.
Al riguardo, mondi antropologici altri offrono modelli di convivenza, la cui durata secolare – prima della loro messa ai margini ad opera dalla nostra civiltà, con la sua storia e la sua politica colonialista – ha dato prova di una saggezza creativa per il governo dei processi profondi che regolano la riproduzione sociale.
Al contrario, l’impresa moderna di società, nella sua presunzione di superiorità – di possedere l’unica conoscenza vera, mentre le altre solo credenze –, è soltanto capace di trasformare l’imminenza del disastro ambientale in un’apocalisse per le generazioni future. E, per di più, già così gravida di violenza.
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