L’esperienza sessuale che si esprime nell’uso di un sex robot – in realtà di qualunque altro giocattolo sessuale, e da sempre – complica un po’ l’intera faccenda della sessualità umana. E, infatti, a tavola la conversazione si è subito orientata sul bisogno di comprenderne l’espressione simbolica, comunicativa, che fa dell’esperienza del piacere sessuale un’esperienza di gioco. E non una semplice attivazione automatica, fisiologica.
Ma che gioco è, quello con un giocattolo sessuale? La “finzione”, che vi si esprime, possiede un limite, oltre il quale l’attività di gioco è da considerarsi riprovevole? A che condizioni il gioco si “guasta”, e non è più accettabile?
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