«Fare in modo straordinario una cosa ordinaria», come «camminare insieme», è la santità. Così, per il gesuita, papa Francesco.
Un’attività difficile, la santità. Eppure, nella società della conoscenza – in assenza ancora di valori condivisi – la santità può significare “gestire un processo”, quello della costruzione di un sistema di relazione con gli altri.
Ma in un sistema sociale, la cui estraneità e autonomia si contrappone ai soggetti – e genera un processo profondamente disuguale di accesso alla ricchezza –, l’introduzione di elementi di solidarietà si presenta come un’operazione più complicata.
Si tratta, infatti, di procedere alla costruzione di «un’etica – secondo Giovanni Ferrero – che governi la scoperta di cose oggi ignote»; e cioè la trasformazione, impressa dalle nuove tecnologie, così radicale del mondo richiede una comprensione del mondo che non è disgiungibile, dal problema «politico» di come stiamo nel mondo – da come vogliamo starci insieme.
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