Che accade alla nostra vita davanti a uno schermo? E lo schermo è sempre più quello di un dispositivo digitale, il cui potere algoritmico di manipolare i dati della nostra vita ci restituisce a noi stessi “in immagine”, sotto forma di avatar, di simulacro incorporeo dei nostri desideri.
E che ne è della rappresentazione della realtà? È possibile ancora riuscire a decifrarla al di là della sua parvenza di superficie? È possibile indagarne le dinamiche profonde che costituiscono la nostra soggettività, appunto, sempre più ridotta alla sua dimensione di monade individuale? Una soggettività per la quale, quanto più la realtà fa schifo, tanto più la società del capitale si incarica, al fine di mettere a valore la nostra vita e il nostro stesso desiderio, di apparecchiare la realtà come la più seducente possibile.
Per Mario Pezzella, essere marxista, per riuscire a comprendere cosa accade, è un’operazione che forse non basta per spiegare l’irrazionalità del sistema, ma è necessaria.
(4, continua)