Il fallimento pratico nell’individuazione di un soggetto antagonista al capitale è un motivo sufficiente per imputare una mancanza di coerenza alla teoria marxiana? Al contrario, per Roberto Fineschi, a partire proprio dalla formulazione matura, se pur incompiuta, della teoria de Il Capitale, è possibile individuare, anche nella frantumazione attuale degli attori sociali, delle potenziali figure di opposizione al sistema.
Si tratta, quindi, non di buttare via ma di tornare a studiare Il Capitale di Karl Marx. Perché il modo di produzione capitalistico, nel suo corso storico, ha sviluppato modalità di sussunzione del lavoro sotto il capitale – e soprattutto là dove si verifica una modalità di trasformazione e di controllo del processo lavorativo tale da renderlo “adeguato” alle esigenze specifiche del processo di valorizzazione – che non si limitano alla “figura”, storicamente legittima, della classe operaia di fabbrica.
Quali sono le modalità tipicamente capitalistiche teorizzate da Karl Marx che fanno della “partecipazione” del lavoratore all’attività lavorativa un momento, una condizione d’esistenza subordinata al capitale e al suo processo di valorizzazione? Marx le individua all’interno di tre figure storiche del processo lavorativo: la cooperazione, la manifattura e il sistema delle macchine e la grande industria, ma il mutamento di “forma” dell’attività lavorativa – il carattere cooperativo, parziale e di “appendice” del lavoratore – all’interno del processo lavorativo complessivo non si limita alle figure di questa dinamica storica.
È vero che nell’economia globalizzata di oggi «la gamma di soggetti antagonisti al capitale – la tipologia di lavoratori la cui funzionalità al processo di valorizzazione del capitale è effettiva – è così diversificata da rendere estremamente difficile il loro mutuo riconoscimento come parte di una stessa classe sociale». Per Roberto Fineschi, però proprio a partire da qui la teoria marxiana può tornare a fornire un contributo alla pratica, diventare uno strumento operativo di trasformazione politica. Ma da qui – dall’avere buone idee – è anche possibile sviluppare processi di aggregazione per l’emergere di un soggetto, di un’organizzazione politica?
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