Non ci sono zone d’ombra della storia da evitare. La vicenda delle foibe è una pagina della storia che va raccontata, a condizione che non si ignori l’intera sequenza storica entro cui si svolsero le due fasi principali di quella vicenda. Una storia di invasione, di eccidi e deportazioni, di occupazionee di liberazione.
Entro quel contesto, la “celebrazione” istituzionale delle vittime delle foibe, che Carlo Greppi definisce provocatoriamente «un colpo di tosse della seconda guerra mondiale», appare un’operazione vergognosa. A scapito di altre vicende ignobili – come per altro lo è la storia coloniale italiana – che risultano assenti nella memoria pubblica.
Occorre, allora, ripartire dalle basi fattuali di una storia europea, insanguinata dal nazismo, per restituire, per l’Italia almeno, l’azione della Resistenzae quella della Repubblica di Salò, con la sua complicità nel massacro dei civili, a una corretta prospettiva di valore – quella che riguarda il bene e il male.
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