Bisogna cambiare il disegno della società per cambiare la scuola. E viceversa. Una società educante è una società che impara ad accogliere le potenzialità espressive e creative di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, di soggettività in crescita – una società che Ivan Illich definiva di tipo conviviale.
Ma come? Durante la cena, Paolo Mottana ha delineato i percorsi possibili di una «educazione diffusa»: dentro la città, non più solo dentro la scuola, in una aula. È una trasformazione, che non lascia più le cose come prima.
È il progetto di una educazione pubblica, di una scuola che entra nella società. Di una società, uno spazio sociale, a “maggiore tasso di responsabilità” educativa, dove i “cuccioli d’uomo” vi entrano, non per produrre, ma per “fare esperienze” di sé stessi, della loro corporeità, come esercizio di autentica cittadinanza attiva.
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