C’è un senso di “sfiducia” condiviso verso l’istituzione politica. Sul tema ambientale la diagnosi è semplice: quando a prevalere nel presente è una politica istituzionale – qual è, ad esempio, l’attuale investimento nell’industria degli armamenti – mirata a mantenere il modello capitalistico della crescita, come è possibile immaginare un cambiamento sociale promosso “dall’alto”, nei termini cioè di una direzione politica, in grado di risanare la “frattura metabolica”, lo squilibrio ecologico di cui quel modello di crescita è all’origine?
Quale sforzo di “immaginazione” è necessario, perché si possa aprire un futuro più verde del pianeta? La partecipazione attiva alla vita politica richiede individui capaci di pensare la complessità, e di comprendere le dinamiche di fondo del processo di trasformazione del mondo di cui si è parte. E tuttavia non basta la consapevolezza individuale per riuscire a far valere l’aspettativa in un futuro migliore. È una posizione critica necessaria, ma che è impossibile da esercitare come singolo individuo. “Uscirne fuori” richiede la creazione di un soggetto collettivo.
Anzi, il culto individualistico del soggetto lo consegna al suo essere un individuo isolato, senza reciprocità solidale, anzi in competizione con gli altri individui. La gestione competitiva della vita individuale risponde sempre più a un bisogno strutturale: è una condizione diffusa di vulnerabilità esistenziale e sociale che ha il suo correlato economico nel processo di ristrutturazione capitalistico, a partire dal mercato del lavoro con la precarizzazione del lavoro, la sua riduzione a “lavoro povero” e, più in generale, con la crescita complessiva di individui che vivono in uno stato di inutilità sociale – gli “inutili del mondo” ai fini della valorizzazione capitalistica.
Come uscire da questo stato di cose? Esiste una via della decrescita, esiste la possibilità di generare attività, sottratte alla valorizzazione del capitale, indispensabili a mantenere la “ricchezza reale” della vita in comune entro il suo “limite” ecologico? Per Mauro Bonaiuti, esiste, esiste come possibilità di “muoversi negli interstizi” del mondo.
(7, continua)
Video appartenente alla cena:
Cena Nº103
Decrescita come reincanto del mondo: convivialità, dono e cura di sé e del pianeta
con Mauro Bonaiuti